Giacomo Quarenghi architetto a Pietroburgo. Lettere e altri scritti
Venezia, Albrizzi, 1988, Ateneo veneto, collana di studi, 2 cm 24, pp. XXIV-515-(3), 204 illustrazioni in b|n fuori testo, brossura illustrata con alette Unica edizione. Ottima copia
Questa raccolta degli scritti di Giacomo Quarenghi (lettere, rapporti, prefazioni) offre una documentazione per gran parte inedita sull'opera e sulla personalità di uno dei protagonisti del Neoclassicismo europeo. ►
Rivivono nelle lettere di Quarenghi personaggi e vicende di architettura nell'Italia del secondo Settecento; opinioni e risentimenti di un architetto agli inizi, nella Roma papale, di una folgorante carriera (lettere dal 1771 al 1779); artisti, artigiani, cantieri edili nella Russia di Caterina II, Paolo I e Alessandro I; umori e vicende familiari di un costruttore testimone di idee e tensioni del proprio tempo (lettere e rapporti dal 1780 al 1817, anno della morte a Pietroburgo). Quarenghi era consapevole di consegnare la propria fama alle opere di architettura, costruite per la maggior parte a Pietroburgo e nelle tenute imperiali; affidava ai disegni (vedute e capricci che sono prova di una fedelta alla sua prima vocazione di pittore) il compito di messaggi figurati per amici e committenti. Le lettere, scritte da lui o dettate al fedele segretario, in una prosa che non ignora la lezione dei classici, sono un compimento necessario del suo ritratto; formano un racconto in cui una vita toccata da un destino singolare viene in gran parte rievocata nei suoi accenti più interiori, nei suoi capitoli più veri.
Rivivono nelle lettere di Quarenghi personaggi e vicende di architettura nell'Italia del secondo Settecento; opinioni e risentimenti di un architetto agli inizi, nella Roma papale, di una folgorante carriera (lettere dal 1771 al 1779); artisti, artigiani, cantieri edili nella Russia di Caterina II, Paolo I e Alessandro I; umori e vicende familiari di un costruttore testimone di idee e tensioni del proprio tempo (lettere e rapporti dal 1780 al 1817, anno della morte a Pietroburgo).
Quarenghi era consapevole di consegnare la propria fama alle opere di architettura, costruite per la maggior parte a Pietroburgo e nelle tenute imperiali; affidava ai disegni (vedute e capricci che sono prova di una fedelta alla sua prima vocazione di pittore) il compito di messaggi figurati per amici e committenti. Le lettere, scritte da lui o dettate al fedele segretario, in una prosa che non ignora la lezione dei classici, sono un compimento necessario del suo ritratto; formano un racconto in cui una vita toccata da un destino singolare viene in gran parte rievocata nei suoi accenti più interiori, nei suoi capitoli più veri.